Prefazione del Prof. Giuseppe Ieraci del Dipartimento di Scienze Politiche
dell'Università di Trieste

L'esperimento didattico compiuto dal Prof. Paolo Malerba e dai suoi allievi dell'Istituto Magistrale Statale "S.Pertini" di Genova merita più di un encomio. Innanzitutto, sappiamo già quanto sia raro trovare la filosofia del Novecento nei programmi concretamente svolti dai maturandi - una lacuna pari a quella che si riscontra nel trattamento della storia contemporanea. In secondo luogo, è ancor più inusitato scoprire pogrammi così fortemente centrati sulla filosofia "politica" e su alcuni suoi aspetti tutt'altro che scontati - il totalitarismo contemporaneo, il fallimento dello storicismo di stampo marxista, l'utilitarismo. In terzo luogo, e questo è più scontato ma degno di nota, l'esrcizio mostra le potenzialità dell'uso didattico della "rete" e dei computer. Immagino che sarà stato più agevole per il Prof.Malerba persuadere i suoi studenti a impegnarsi in un programma di studio e di ricerca così gravoso allettandoli con la possibilità di creare essi stessi un percorso di lettura, servendosi dei computer. Il risultato è sotto i nostri occhi: il testo è chiaro; la scelta dei passi citati è perpiscua; vedere anche i volti dei filosofi trattati ci illude che essi parlino. Quanti di noi hanno scordato, invece, la noia mortale delle "ricerchine" fatte sui fogli protocollo, incollando le figure e scopiazzando qui e là?
Il percorso che gli allievi del Prof. Malerba delineano segue alcuni snodi cruciali: la crisi delle grandi filosofie dell'ottocento (idealismo e marxismo) e l'approdo ad una concezione del nesso tra speculazione filosofica e "realtà" mediata dal positivismo logico e dal "falsificazionismo" popperiano; la critica ai totalitarismi del novecento e alla civilizzazione occidentale, sia nella dirazione tracciata dalla scuola di Francoforte che in quella meno dogmatica delineata dalla Arendt; il recupero sorprendente dell'utilitarismo e del pragmatismo, come alternative non corrive del nichilismo e più in generale del cosidetto "pensiero debole".
Spesso quando chiediamo ai nostri studenti universitari quali filosofi conoscano e amino di più tra quelli incontrati nello studio della filosofia, ci sentiamo rispondere "Nietzsche!", oppure "Heidegger!"- ma quanti studenti liceali hanno davvero letto qualche pagina di questi autori? Se poi domandiamo loro quali idea si siano fatti degli orrori totalitari rischiamo di suscitare imbarazzati silenzi. Bene, se avrò la fortuna come docente di imbattermi in uno degli allievi del Prof. Malerba e del "S.Pertini" di Genova, sicuramente queste "sventure" non mi capiteranno più!

Prof.Giuseppe IERACI
Dipartimento di Scienze Politiche
Università di Trieste

Introduzione

di Paolo G.Malerba

Il presente lavoro fa parte del programma del corso di Filosofia per l'anno integrativo 2000/2001 dell'Istituto Magistrale Pertini di Genova. Abbiamo pensato di sviluppare parte del programma di Filosofia servendoci degli strumenti informatici presenti nell'Istituto in modo da facilitare agli allievi, attraverso l'aquisizione di nuove competenze, l'accesso all'Università. Personalmente, dal punto di vista didattico, sono convinto dell'utilità di far produrre agli studenti lavori ipertestuali, in quanto l'individuazione di collegamenti tra concetti, fatti o persone aiuta a comprendere meglio l'interconnessione sincronica e diacronica tra i concetti che via via si affrontano nello studio.

Al di là delle ovvie considerazioni relative alla necessità di un alfabetizzazione informatica in ambito scolastico, l'argomento di questo lavoro vuole stimolare la riflessione negli studenti sui rapporti intercorrenti tra filosofia e politica i quali vengono esplicitati, nel nostro lavoro, attraverso lo studio di cinque percorsi volti ad indagare, volta per volta,

  1. i rapporti che intercorrono tra la reazione all'idealismo, il Marxismo e la Scuola di Francoforte
  2. i rapporti che intercorrono tra filosofia della scienza e politica, in particolare nel modello proposto da Popper.
  3. i rapporti che intercorrono tra filosofia, assolutismo e totalitarismi, sia in senso giustificazionista sia in senso critico
  4. i rapporti che intercorrono tra etica e politica in particolare nella filosofia utilitarista di Jeremy Bentham
  5. i rapporti che sussistono tra educazione e democrazia in particolare nel pragmatismo di John Dewey.
In sintesi con questo lavoro si cerca di mettere in giusta luce i debiti che la politica ha nei confronti della filosofia in quanto una teoria politica non è mai un fatto isolato: una particolare prospettiva filosofica finisce sempre per determinare una teoria in grado di interpretare l'uomo. Uomo che viene indagato nei suoi comportamenti mediante l'etica e la politica. Mentre l'etica indaga l'agire pratico soggettivo dell'uomo, fondandolo sull'idea del bene peculiare alla sua propria essenza, la politica ne indaga e fonda il comportamento intersoggettivo, sia attraverso l'indagine sulla migliore forma di governo possibile, sia attraverso lo studio del diritto e dell'arte di reggere lo Stato

D'altro canto, una particolare prospettiva filosofica finisce facilmente col generare una corrispondente teoria epistemologica in grado di descrivere le caratteristiche della scienza più adeguata a spiegare il mondo descritto dalla teoria stessa. Il nuovo concetto di scientificità/razionalità, così maturato, può venire facilmente trasposto dall'epistemologia alla politica, come evidenziato dal lavoro di Karl Popper in cui il concetto di razionalità proprio della scienza, secondo cui

diviene nella sua politica : Il nostro lavoro prende in considerazione inoltre, come ulteriore spunto di riflessione, il modo in cui da una weltanschauung, come fu quella proposta dagli idealisti, si sia potuto passare alla formulazione di una nuova teoria politico-economica come quella marxista e come da essa si sia potuto giungere, stemperandone alcuni aspetti, alle istanze politico-filosofiche caratteristiche della Scuola di Francoforte

Nel nostro lavoro non abbiamo tralasciato lo studio dei totalitarismi, analizzando da un lato la teoria hobbesiana dello stato, protesa a giustificare l'assolutismo in virtù della cessione del diritto di tutti su tutto nelle mani di un sovrano, reso possibile da un patto tra i cittadini, e dall'altro il contributo di Hannah Arendt all'analisi politica sulla genesi e le caratteristiche dei totalitarismi.

Abbiamo affrontato, poi, lo studio del percorso logico e storico che va dalla giustificazione di un'etica fondata sull'utile e la comparsa, tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, dell'utilitarismo inglese con tutti i limiti, le difficoltà e talvolta lo scandalo che nelle sue posizioni più dure ed estreme reca con sè.

Un paio di capitoli sono stati spesi per affrontare le posizioni pragmatiste sia nell'accezione di oltre oceano sia nell'interpretazione di casa nostra.
Abbiamo così rivisitato le teorie strumentaliste di Dewey, soffermandoci sui rapporti che intercorrono tra educazione e democrazia ed abbiamo idealmente chiuso il cerchio delle nostre considerazioni con lo studio di Giovanni Vailati che da posizioni pragmatiste affronta problemi epistemologici.

Abbiamo pensato inoltre di affrontare come argomento correlato ai nostri percorsi lo studio di Freud e della psicoanalisi, in quanto esso ricorre sia in Congetture e confutazioni di Karl Popper sia in Eros e civiltà di Herbert Marcuse.
Risulta peraltro imprescindibile per una corretta comprensione dei nostri tempi lo studio del contributo di Freud volto alla comprensione dell'uomo e della società attuale, indipendentemente dalle polemiche che questo ha suscitato.

Ringraziamenti

Un particolare ringraziamento va al coordinatore dei corsi Prof. Giuseppe Rocca dell'Università di Genova e alla Preside Carla Angela Castelli dell'Istituto Magistrale di Stato Sandro Pertini di Genova, in quanto entrambi hanno creduto nel progetto didattico di questo lavoro e ne hanno consentito la realizzazione.
Un altro va senz'altro alle ragazze del Corso Integrativo pomeridiano dell'Istituto, che hanno accettato con entusiasmo questo progetto e che si sono impegnate a fondo nella sua realizzazione.
Un grazie va inoltre al Prof.G.Ieraci del Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Trieste che ha avuto parole di elogio per il nostro lavoro e che ne ha scritto la prefazione. Un ultimo ringraziamento, last but not least, va a tutti i colleghi insegnanti che hanno sostenuto la motivazione di questa iniziativa mostrandoci approvazione, curiosità ed entusiasmo.

Il docente

Prof. Paolo G. MALERBA