GEORGE BERKELEY.

George Berkeley (Ritratto)George Berkeley, filosofo e vescovo anglicano, nacque a Dysert, Irlanda nel 1685 e morì a Oxford nel 1753. Educato a Dublino, dove fu insegnante di teologia, greco ed ebraico, prese gli ordini sacri nel 1709; nel 1713 andò a Londra; dopo alcuni viaggi in Italia (1714,1716-20) e in Francia, dove nel 1715 conobbe personalmente Malebranche; in seguito si recò (1728) in America con l'intento di evangelizzare gli indigeni.
Durante i tre anni di soggiorno compose l'Alcifrone, 7 dialoghi pubblicati nel 1723.
Ritornato a Londra, fu nominato nel 1734 vescovo di Cloyne in Irlanda e nel 1752 si stabilì ad Oxford.
Le sue opere più interessanti speculativamente sono quelle del periodo giovanile: I Commentari Filosofici(1705-1709); Saggio su una nuova teoria della visione(1709); Trattato sui principi della conoscenza umana (1710), che è l'opera principale; Tre dialoghi tra Hylas e Filonou (1713).
Berkeley, partendo da un rigoroso empirismo, distrugge il presupposto sostanzialistico che è in Locke a fondamento della distinzione di qualità secondarie o soggettive e qualità primarie o oggettive. Queste sono soggettive quanto le prime; e se non ci sono qualità oggettive, non c'è nemmeno quell'ignoto substrato di esse che chiamiamo sostanza materiale(immaterialismo). Inoltre scrive Berkeley: "
Dalla vista ottengo le idee della luce e dei colori, con i loro vari gradi e le loro differenze. Col tatto percepisco il duro e il soffice, il caldo o il freddo, il movimento e la resistenza [...] e tutto questo in quantita maggiore o minore. L'odorato mi fornisce gli odori, il gusto mi da i sapori, l'udito trasmette alla mente i suoni in tutta la loro varietà di tono e combinazione.
"Le idee sono dunque sensazioni, esse provengono dai sensi.
Alla nostra esperienza risultano solo particolari sensazioni, che, per il fatto di presentarsi insieme, chiamiamo corpi o cose.
L'esistenza di queste si riduce all'essere percepite e tutto il pensiero di Berkeley si può ricondurre al principio: esse est percipi. Reali sono soltanto le cartesiane res cogitantes, fuori dalle menti non c'è nulla, "niente esiste propriamente se non le persone cioè le cose coscienti", mentre le rex estensae non sono che pure rappresentazioni di quelle.
Tali rappresentazioni o idee, costituenti le cose stesse, se sono nelle nostre menti, non sono però prodotte da noi che siamo finiti, bensì da Dio, unica causa, in noi.
Metafisica spiritualistica, affine a quella di Malebranche, è il punto di arrivo della speculazione del Berkeley, il quale credeva così di avere scalzato dalle fondamenta il materialismo e quindi lo scetticismo e l'ateismo, che in quello, secondo lui, hanno la matrice.

Autori:
Anna Maria CINCO
Maria FILI'
Giuseppina LUNETTA