a cura di Alda Biancheri

 

 

 

 

L’INSEGNAMENTO DELLA FILOSOFIA IN PERU’

 

 

                            

                                               

INDICE

 

 

1.  Premessa

2.  Il sistema scolastico peruviano

3.  Filosofia nella Scuola Secondaria

4.  Filosofia nel Bachillerato

 

Allegati:

 

        I.      Il Perù: indicatori demo-sociali

      II.      Norme per la gestione e lo sviluppo delle attività nei centri e programmi educativi

    III.      Piani di studio della Scuola Secondaria

   IV.      Il corso “Filosofia e logica”

     V.      Il Bachillerato

   VI.      Il Bachillerato peruviano: curricolo di Filosofia

 VII.      L’Istruzione Superiore Universitaria

VIII.      Regolamento di un concorso pubblico per l’insegnamento

 

 

 

Fonte:

 

http://www.minedu.org.pe/

 

 

 


 

1.  Premessa

 

Diviso in isole geografiche, economiche e culturali profondamente diverse e contrastanti, il Perù è un paese caratterizzato, a tutt’oggi, da un tasso di analfabetismo medio del 22 % circa, che raggiunge però la quota del 70% nelle zone andine e amazzoniche, più isolate e depresse. Il problema di un’efficace e più uniforme diffusione della scolarizzazione nel territorio nazionale è da sempre centrale e di difficile soluzione. Tra gli ostacoli principali, al di là delle barriere geografiche e della povertà assoluta che colpisce la maggioranza della popolazione, si registra la differenza linguistica: il castigliano, sconosciuto alla popolazione indigena (di lingua quechua e aymara), è di fatto l’unica lingua d’insegnamento, che determina alti tassi di abbandono già nella scuola elementare. L’endemica instabilità politica del paese contribuisce poi, in negativo, a determinare una costante opera di revisione e riformulazione dell’intero quadro legislativo - non esclusa la normativa in materia di istruzione -, che blocca e vanifica l’efficacia concreta dei provvedimenti e degli interventi pianificati di volta in volta.

 

 

2.  Il sistema scolastico peruviano

 

Struttura

Si articola, secondo una riforma in corso di sperimentazione dal 1999, in un’educazione iniziale (asili nido, per bambini di età inferiore ai 3 anni; scuole materne, per bambini dai 3 ai 6 anni); un’educazione di base, suddivisa in scuola primaria (dai 6 ai 12 anni) e scuola secondaria (dai 12 ai 17 anni); Bachillerato, della durata di 2 anni; Istruzione Superiore o Universitaria.

 

Obiettivi strategici della politica educativa

Gli obiettivi fondamentali fissati dalla riforma in atto sono i seguenti:

“Formare bambini, giovani e adulti come persone e cittadini capaci di contribuire alla costruzione della democrazia, del benessere e dell’identità personale, armonizzando questo progetto collettivo con il proprio progetto di vita personale;

Fornire un’educazione di base di qualità, accessibile a tutti;

Rafforzare e potenziare la scuola pubblica, assicurandole autonomia...., democratizzando e decentrando il sistema educativo;

Migliorare radicalmente la qualità dell’offerta pedagogica e la condizione professionale dei docenti”.

Evidenti, tra le righe, i problemi che caratterizzano il sistema scolastico peruviano, e che la riforma in corso tenta di risolvere: la necessità di educare ai valori sociali fondamentali, per diffondere una coscienza nazionale democratica che possa, col tempo, permettere di superare le continue crisi politiche che travagliano e bloccano il paese; l’eterogeneità culturale delle diverse zone geografiche, di cui si deve tenere conto per diffondere la scolarizzazione in modo più uniforme su tutto il territorio, attraverso la costruzione di un sistema scolastico “accessibile a tutti”, decentrato, flessibile, attento alle diverse realtà ed esigenze locali; la crisi della scuola pubblica, attualmente soppiantata dalle istituzioni private, che fanno dell’istruzione un diritto riservato alla quota della popolazione economicamente più agiata; il livello dell’offerta educativa, ad oggi scarso, per il cui miglioramento sono previsti (anche se in modi non meglio specificati) interventi e investimenti orientati alla formazione di un corpo docenti più qualificato.

 

Collocazione della Filosofia nel sistema scolastico

L’insegnamento della Filosofia si articola:

*   nella scuola di base secondaria, (ultimo anno di corso), sia nell’indirizzo scientifico-umanistico  che in quello tecnologico. La Secondaria è però, attualmente, interessata da un progetto di riforma, operativo ad oggi solo per il biennio, per cui non è chiaro in che modo verranno eventualmente modificati i corsi di studio degli anni conclusivi;

*   nel bachillerato.

 

 

3. Filosofia nella Scuola Secondaria

 

Nel vecchio ordinamento scolastico, che la riforma in corso di sperimentazione sta modificando sulla falsariga di proposte testate presso 200 “Centri Educativi Pilota”, la Scuola Secondaria era suddivisa in due indirizzi, quello scientifico-umanistico e quello scientifico-tecnologico: in entrambi, la Filosofia viene insegnata l’ultimo anno, con un corso di “Filosofia e Logica”, cui è riservato lo spazio esiguo di 1, max. 2 h. settimanali. Nell’organizzazione complessiva del curricolo della scuola secondaria non riformata, l’insegnamento della disciplina ha comunque un ruolo decisamente marginale: si caratterizza, peraltro, per la sproporzione tra l’enorme ampiezza del programma prefissato e il ridotto monte ore complessivo nell’arco del quale dovrebbe essere svolto; per l’orientamento epistemologico, non in linea con  quello etico-sociale destinato a prevalere nella nuova scuola; e per il carattere prescrittivo del curricolo, che sembra non potersi conciliare con l’orientamento alla flessibilità e all’autonomia previsto dalla riforma in atto. Il futuro di questo corso, la cui articolazione contenutistica è dettagliata nell’allegato “Filosofia e Logica”, sembra, pertanto, decisamente incerto e precario.

Nella “Nuova Secondaria” si prevede la soppressione della vecchia suddivisione nei due indirizzi: la scuola che si sta sperimentando si articola come un corso di studi indifferenziato, che si sviluppa secondo un piano di studi applicato, per il 2002, solo nei primi due anni. Nell’incertezza determinata dall’attuale  situazione di transizione e sperimentazione, sembra comunque che il vecchio corso “Filosofia e Logica” risulterà soppresso; sono citati, già dal biennio, corsi di “studi sociali” e di “educazione religiosa”, ma l’insegnamento della Filosofia come disciplina autonoma non è previsto.

 

 

4. Filosofia nel Bachillerato

 

Che cos’è il Bachillerato?

“Nuovo livello educatico di due anni, posteriore all’educazione di base e necessario per poter frequentare gli studi universitari”, il Bachillerato è “un’organizzazione flessibile”, sperimentata dal 1999, che mira a consolidare le conoscenze, le competenze e le capacità acquisite nei corsi precedenti, al fine di preparare gli studenti “non solo agli studi universitari, ma anche ad un migliore inserimento nel mondo del lavoro”.

In linea con gli obiettivi educativi fissati dalla riforma in corso, il Bachillerato si prefigge di rafforzare negli studenti le capacità di riflessione e di critica, il rispetto dei valori sociali fondamentali, primi fra tutti la tolleranza, la solidarietà e le attitudini democratiche.

E’ suddiviso nell’indirizzo scientifico-umanistico e in quello scientifico-tecnologico, con il chiaro intento - evidente nella riforma - di posticipare a 17 anni, cioè al termine della Nuova Secondaria uguale per tutti, l’età in cui gli studenti devono scegliere il corso di studi in cui specializzarsi. E’ prevista, in ogni caso, la possibilità di cambiare indirizzo in corso.

Al termine dei due anni, viene rilasciato un “certificato di bachillerato”, con il quale si può accedere alle prove di ammissione - a numero chiuso - agli Istituti di Istruzione Superiore e alle Università, oppure è possibile sostenere una “prova nazionale di bachillerato”, che garantisce automaticamente, ai migliori classificati, l’ingresso agli Istituti di Istruzione Superiore.

Si precisa inoltre la necessità che i docenti impiegati debbano essere in possesso di opportune abilitazioni, il linea con gli orientamenti della riforma, che mira a garantire un sistema scolastico più efficiente e qualificato di quello, lacunoso e dispersivo, che si sta lentamente cercando di sostituire.

 

Il curricolo di Filosofia: fondamenti e obiettivi

“La Filosofia mira, soprattutto, a potenziare le capacità riflessive e intellettuali dell’essere umano, attraverso l’esercizio del discorso razionale......La promozione dell’attitudine riflessiva e critica è la principale giustificazione della presenza dell’insegnamento della Filosofia nel Bachillerato peruviano”. Considerata disciplina fondamentale per la sua “naturalezza formativa”, la Filosofia viene presentata come una materia essenziale allo sviluppo dell’identità personale, perché capace di stimolare un costante confronto, critico e costruttivo, con tutti i saperi (anche e soprattutto quelli di impronta scientifica), e con le tradizioni e i valori tramandati nella storia e radicati nella società. “La sua vocazione critica”, si legge nella presentazione al corso di Filosofia del Bachillerato, la rende indispensabile quale strumento di analisi e critica della società attuale, in quanto disciplina “sempre attenta a tutti i fenomeni di carattere dogmatico e scettico”, perciò capace di proporsi come punto di riferimento e orientamento per i giovani che devono affrontare la complessa realtà socio-politica del paese.

 

 

Articolazione del corso

L’insegnamento della Filosofia nel Bachillerato si articola come segue:

*   nel primo anno, un corso di “Filosofia”, identico sia per l’indirizzo scientifico-umanistico che per quello scientifico-tecnologico;

*   nel secondo anno, due corsi di “Etica e morale”, specificatamente “Etica personale” e “Etica sociale cristiana”.

 

I anno: “Filosofia”

Contenuti e obiettivi

Il corso di Filosofia del primo anno di Bachillerato mira a sviluppare l’attitudine critica e riflessiva già evidenziate come tratti costitutivi della disciplina nella sua valenza formativa. L’attenzione alla dimensione storica della disciplina risulta subordinata e circoscritta alla trattazione per problemi, dominante, nel contesto della quale si sottolinea l’attenzione ai temi del linguaggio, della verità, della conoscenza scientifica, e, soprattutto, alla problematica etica. Nell’articolazione del programma del corso, si danno indicazioni di massima sui temi e problemi da affrontare, secondo la sintesi seguente:

1. L’essere umano:

Che cos’è la Filosofia? Cosmovisione, mito e cosmologia; La Filosofia e la sua storia; Antropologia filosofica

2.  La conoscenza:

Conoscenza e conoscenza scientifica; Linguaggio, realtà e verità; Filosofia della religione

3.  L’etica:

Etica e dovere; Assiologia; Valori, scienza e tecnologia; Etica, diritto e politica

 

II anno: Etica e morale

 

*   Etica e morale 1: Etica personale

Il corso si connota come un insegnamento fortemente improntato ai valori religiosi e alle prescrizioni etiche di tradizione cattolica. Tra gli obiettivi prefissati, si parla di sviluppare le attitudini critiche di fronte alle concezioni dell’etica e della morale presentate da alcuni filosofi e scrittori moderni, al fine di portare lo studente a “rifiutare ogni forma di attentato alla vita.... e... riconoscere l’importanza della morale cristiana”, “per un migliore sviluppo umano e una migliore convivenza sociale”.

Nei dettagli, i contenuti da sviluppare sono prescritti come segue:

1.  L’Etica:

Etimologia e nozione di “etica”. Dimensione etica e morale della persona. La legge morale naturale e quella rivelata. La moralità nella legge naturale e in quella rivelata. La moralità degli atti umani. Il bene e il male. Crisi attuale dell’etica e della morale.

2.  La coscienza morale:

I fondamenti della morale cristiana: la libertà, la verità e il bene. La coscienza morale. Formazione della coscienza morale.....Il male come conseguenza del peccato nella vita dell’uomo. I Comandamenti della legge di Dio. La vita di Gesù...

3.  La persona umana:

Dignità e diritti. La vita umana. Origine e sviluppo. Inviolabilità della vita umana. Trasgressioni contro la vita umana: pena di morte, guerra, terrorismo, suicidio, tossicodipendenza, tortura, mutilazioni, prostituzione. Trasmissione della vita umana. Il diritto alla procreazione. L’embrione umano, la clonazione. Trasgressioni contro questo diritto: aborto, uso di contraccettivi.

4.  I valori e le virtù nella vita della persona:

I valori e la loro importanza. Le virtù umane.....Le trasgressioni contro queste virtù. Le virtù cristiane: la fede, la speranza, la carità. Trasgressioni contro queste virtù.

 

 

*   Etica e morale 2: Etica sociale cristiana

 

“L’insegnamento della Chiesa” e la sua dottrina sociale si pongono in questo corso come punti fissi di riferimento per la pretesa potenzialità di stimolare una capacità riflessiva e critica da applicare, concretamente, alla lettura della realtà sociale in cui gli studenti si trovano inseriti. La valenza formativa affidata alla Filosofia, di fatto, risulta fortemente condizionata dalla concezione ideologica di fondo, che identifica la Filosofia stessa con un vero e proprio catechismo cristiano, decisamente prescrittivo nei contenuti da sviluppare, articolati come segue:

 

1.  La persona come essere sociale ed etico:

Introduzione alla conoscenza dell’etica sociale. Dottrina sociale della Chiesa. Origini e storia. Fondamenti e principi.

2.  La morale sociale:

La verità come punto di partenza dell’etica sociale. La verità e la responsabilità....Doveri e diritti umani. Morale della convivenza interpersonale. Matrimonio e famiglia: relazioni prematrimoniali ed extraconiugali; etica dell’incontro coniugale. Le politiche “antinataliste”. Responsabilità etiche di fronte alla vita (suicidio, omicidio, aborto, eutanasia).

 

 

 

3.  Valori e pseudovalori culturali:

Cultura. La cultura moderna. Cultura della solidarietà. Il secolarismo. Il processo di globalizzazione. I cambiamenti sociali. La tecnologia e il mondo attuale....Etica cristiana e lavoro, politica, economia.

4.  Cultura moderna:

Il processo di globalizzazione. I cambiamenti sociali. La giustizia e il bene comune. Etica e attività umane.

 

Metodologia

Per lo sviluppo della disciplina sembra suggerita una metodologia attiva, centrata sulla discussione e sul dialogo tra studenti in merito ai temi e ai problemi di volta in volta analizzati. L’intento di fondo è quello di utilizzare l’insegnamento come spunto di riflessione sulla realtà quotidiana, che viene però analizzata in un’ottica decisamente connotata in senso cristiano-religioso, e che più di una volta tradisce non pochi tratti anacronistici, evidenti nella svalutazione del progresso, della globalizzazione, degli “pseudovalori” (non meglio precisati) della cultura moderna.

 

Materiali e risorse

Coerentemente con l’impronta catechizzante che caratterizza tutta l’impostazione del corso, ricorre pressoché ovunque il rimando al “Catechismo della Chiesa Cattolica, 1998”. I testi suggeriti al docente per l’insegnamento, sono, infatti, le seguenti Encicliche: Rerum Novarum, Centesimus annus, Evangelium vitae, Veritatis splendor, Humanae vitae, Domum vitae, Persona humana, ecc.

 

Valutazione

I parametri generali per la valutazione della qualità dell’insegnamento non vengono precisati. Dettagliate, invece, per ogni punto in cui il corso si articola, le competenze e le capacità che il docente dovrebbe verificare e valutare negli allievi, in corrispondenza ad ogni parte del programma svolto: non del tutto chiara, in merito, la correlazione tra le prescrizioni catechizzanti dei contenuti e le attitudini critiche di cui ovunque si parla.

 

Formazione, aggiornamento e promozione dei docenti

Si ribadisce, in generale, nelle linee programmatiche della riforma in corso, la necessità che i docenti siano qualificati, cioè in possesso dei titoli di studio e delle specializzazioni richieste. In particolare, una volta conseguita la laurea in Filosofia, gli insegnanti vengono reclutati per concorso pubblico; per i docenti già abilitati, sono previsti periodici corsi di aggiornamento.